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domenica 28 aprile 2024

LA PIETRA IN ITALIA (ITALIANO)

 

LA PIETRA IN ITALIA



 LA PIETRA DI AURISINA, DEL CARSO E DELL'ISTRIA IN ITALIA E NEL MONDO: 

LA PIETRA IN ITALIA (ITALIANO)

VENEZIA pannello n. 1 (rif.  quello con la Basilica della Salute)


Venezia è stata per secoli il più grande cantiere edile dell’Adriatico e del Mediterraneo.

La pietra d’Istria è stata portata a Venezia nella seconda metà del XIII secolo e ha sostituito in breve tempo la pietra di Aurisina, i marmi veronesi e orientali.
Tra il 1267 e il 1335, con l’annessione alla Repubblica di Venezia della maggior parte dell’Istria occidentale e meridionale, è iniziato lo sfruttamento delle cave di Rovigno e Brioni dov’erano stati scoperti i primi bacini lapidei.
Le cittadine lungo la costa, soprattutto quelle vicine ai porti, hanno iniziato a sviluppare un intenso commercio di pietra: i blocchi venivano trasportati al porto, poi caricati sui vascelli, per raggiungere Trieste, Venezia e Ravenna. Accanto ai pescatori, ai marinai e agli agricoltori sono così comparse le figure dei commercianti, degli artigiani e dei tagliapietre che hanno ricavato consistenti guadagni. Ad esempio, la famiglia rovignese dei Tagliapietra, una delle più illustri nel consiglio cittadino, si è trasferita a Venezia dove, per meriti nelle costruzioni e per la ricchezza, è stata innalzata al rango della nobiltà veneziana.
Nell’Arsenale, legato al periodo più florido della Serenissima, si costruivano anche le navi destinate al trasporto di pietre e marmi, dette galee.
L’importazione della pietra d’Istria è stata intensiva soprattutto fino alla caduta della Repubblica di Venezia, avvenuta alla fine del XVIII secolo. È stata utilizzata per costruire 
grandiose opere in tutti i territori occupati dalla Serenissima.

Le prime opere in pietra d’Istria, a Venezia, erano semplici blocchi di roccia squadrati, detti “conci”, posizionati in uno o più strati per costruire:

                  il basamento dei muri maestri e perimetrali

         le fondamente: marciapiedi lungo i canali con gli scalini per gli attracchi delle barche

                  le banchine e le dighe foranee per proteggere la città dall’alta marea e dal mare in burrasca

Come testimoniamo i residui di colore che hanno resistito all’acqua, in epoca antica la pietra d’Istria veniva anche colorata e dipinta. In seguito, i veneziani hanno usato, soprattutto per le facciate esterne, un abbinamento sfarzoso della pietra con marmi pregiati conciliando lo stile romanico con quello bizantinoDal XIII secolo è stata la pietra più usata, in particolare nella scultura goticaTra il 1400 e il 1500 si è raggiunto l’apice con la realizzazione di opere e rivestimenti esterni in pietra selezionata. I palazzi più ricchi e prestigiosi venivano ornati anche con brecce e marmi colorati. Nel Cinquecento si è diffusa l’arte dei “terrazzi alla veneziana” con cui venivano realizzate prestigiose pavimentazioni, utilizzando pezzi grossi di pietra d’Istria frantumata mescolati assieme a una malta cementizia. I frammenti di pietra finemente sminuzzati venivano invece cotti nelle antiche fornaci per produrre la calce.
Dalla fine del Cinquecento, gli edifici vengono costruiti con rivestimenti esterni in pietra bianca e interni policromatici. All’inizio dell’epoca Barocca, si è diffuso l’uso della pietra d’Istria come anima da rivestire con i marmi pregiati rossi e verdi importati dalla Francia e dalle Fiandre.

https://www.arte2000.it/blog/la-pietra-istria-segna-la-storia-la-bellezza-venezia/

  VENEZIA pannello n. 2



Venezia è una città pressoché tutta artificiale, costruita su “barene”, consolidate con palificazioni complesse, su cui sono stati innalzati muri con materiali che sono spesso venuti da lontano, via mare, e sono stati trasportati in Laguna nel corso della sua millenaria storia. La prima pietra usata per fondazioni e i più antichi alzati di Venezia è stata l’arenaria proveniente da spogli di edifici della Altino romana, in particolare dalle mura che si sviluppavano per circa tre chilometri in superficie. È una pietra ora poco visibile in città, ma che calpestiamo quando attraversiamo il ponte di Rialto, e proveniva da formazioni arenacee di età miocenica che affiorano nelle Prealpi orientali del trevigiano.

Un’altra pietra usata nell’Alto Medioevo veneziano, anch’essa da Altino, ma forse anche di cavatura primaria, è la pietra di Aurisina; le cave sono sfruttate ancora oggi: si tratta di un calcare compatto, fossilifero, molto impiegato nell’antichità romana in tutta la parte centro-orientale della pianura padana, a ovest fino a Milano, e a sud lungo la costa adriatica fino a Fano e nelle città romane dell’altra parte dell’Adriatico, da Capodistria a Zara.

La pietra d'Aurisina viene utilizzata regolarmente a Venezia fino al Medioevo, sostituita poi dalla pietra d'Istria.

https://archeove.com/wp-content/uploads/2020/04/AVpietre20.pdf

  

MAUSOLEO DI TEODORICO



Il Mausoleo di Teodorico è la più celebre e importante costruzione funeraria realizzata dagli Ostrogoti in Italia, inserita dall’Unesco nella lista dei siti italiani Patrimonio dell’Umanità.

Fatto costruire per volontà di Teodorico come propria sepoltura attorno al 520 d.C., il monumento mescola sapientemente ad alcune influenze orientali la tradizione costruttiva romana, soprattutto di alcuni mausolei, dando vita un monumento crocevia tra l’antico popolo romano e quello dei goti “invasori”.

Interamente realizzato in blocchi di pietra d’Aurisina messi in posa a secco, l’edificio si sviluppa su pianta centrale, articolandosi in due ordini sovrapposti, entrambi decagonali.

A ricoprire tutto una grande cupola monolitica dalle misure sorprendenti, senza eguali nel patrimonio architettonico antico e moderno (10,76 m di diametro e 3,09 m di altezza), coronata da dodici anse con le iscrizioni dei nomi di otto Apostoli e quattro Evangelisti.

Secondo calcoli più recenti, il peso raggiungerebbe le 290 tonnellate e, ancora oggi, le ipotesi degli studiosi circa il trasporto del monolite e la tecnica usata per la sua posa sono molteplici.

Si presume però che le anse fossero funzionali alle operazioni di trasporto, sollevamento e posizionamento del monolite che comunque non dovette risultare facile come testimonierebbe la grande fenditura presente sulla cupola.

Secondo una leggenda popolare, la cupola sarebbe stata invece squarciata dalla folgore divina che, abbattendosi su Teodorico seduto all’interno, lo avrebbe ucciso come punizione per i suoi delitti.

Il piano inferiore si articola in una serie di nicchie su nove lati, mentre nel decimo si trova la porta d’ingresso.

È probabile che la cella inferiore, a pianta a croce greca e copertura voltata a crociera, fosse destinata a luogo di culto o a tomba per i membri della famiglia di Teodorico.

L’aula superiore è, invece, a pianta centrale con al centro una vasca in porfido nella quale, secondo la tradizione, fu posta la salma di Teodorico.

Non è mai stata trovata traccia di una scala d’accesso al piano superiore, il che depone a favore della teoria secondo cui la cella avrebbe avuto, fin dalla costruzione del monumento, una destinazione esclusivamente funeraria.

Le spoglie di Teodorico, qui probabilmente custodite, furono rimosse e disperse durante il dominio bizantino quando, a seguito dell’editto di Giustiniano del 561 d.C., il mausoleo fu trasformato in oratorio e consacrato al culto ortodosso.

https://www.turismo.ra.it/cultura-e-storia/monumenti-unesco/mausoleo-di-teodorico


MILANO STAZIONE CENTRALE



Monumentale opera di Ulisse Stacchini (Epoca di costruzione 1930-1931) e principale stazione ferroviaria del capoluogo lombardo, seconda in Italia per flusso di passeggeri dopo Roma Termini, nonché una delle principali d'Europa.
Il vasto complesso, rivestito in pietra d'Aurisina, presenta un corpo frontale e due fianchi paralleli ai binari.
La facciata, in uno stile fra il tardo-eclettismo assiro-babilonese e il liberty, presenta e due ali laterali aperte da numerosi passaggi e un avancorpo centrale, aperto sulla piazza da tre ampi varchi e ornato in alto da due cavalli alati, che rappresentano il "Progresso, guidato dalla volontà e dalla intelligenza" opere di Armando Violi.
Dietro alla facciata, larga 207 m e alta 50, corre la "Galleria delle Carrozze", appesantita da una sovraccarica ornamentazione comprendente i medaglioni di Giannino Castiglioni, che fa da vestibolo al vasto salone delle biglietterie, immenso spazio a tutt'altezza illuminato da velari e decorato da gruppi scultorei di Alberto Bazzoni
Monumentali scalinate e scale mobili permettono di accedere alla galleria di testa, decorata da pannelli in ceramica di Basilio Cascella, dalla quale si passa ai 21 binari.
La tettoia che copre i binari, composta da cinque volte in ferro e vetro, è lunga 341 m con un'area di 66.500 mq. La tettoia centrale ha un luce di 72 m ed è alta 33 m, mentre le laterali hanno una luce di 45 m e 22 m di altezza, affiancate a loro volta da tettoie minori la cui luce varia dai 12 m nella parte fiancheggiata dai corpi laterali ai 22 m in quella esterna.
La stazione non ha uno stile architettonico definito, ma è una miscela di diversi stili, Neoclassico, Liberty e Art Deco, uniti alla monumentalità dell'architettura fascista, riscontrabile in particolare nei grandi ambienti pubblici (galleria di testa, biglietteria centrale e Galleria delle Carrozze).
In un'epoca in cui il "gigantismo" architettonico era diffuso in molti paesi, la stazione risente di molte influenze, dalla scuola wagneriana viennese (evidente nelle facciate laterali), al Deco di stampo anglosassone, alle forme "termali" del salone centrale delle stazioni nordamericane.
A dispetto dell'apparente monumentalità, l'apparto decorativo è realizzato con economia di mezzi, con le parti superiori delle pareti in cemento decorativo che imita il marmo delle parti inferiori, le grandi volte non strutturali ma appese e gli elementi decorativi in gesso (fregi e pannelli) o cemento (statue, ecc.).
Di fronte al binario 21 si trova il padiglione Reale, sala d'attesa della famiglia Savoia in stile classicheggiante, divisa in sala reale e sala delle armi.
Sotto la stazione, a piano strada in corrispondenza del binario 21, si trova il Memoriale della Shoah, area museale nata con lo scopo di realizzare un luogo di memoria e per centinaia di deportati ebrei e politici che da qui venivano avviati ai lager.

https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00382/

 

 MILANO CITY LIFE SHOPPING DISTRICT



Milano CityLife Shopping District è un moderno ed innovativo quartiere che nasce dalla riconversione del Portello, ex area fieristica milanese. Laddove un tempo sorgevano capannoni, trovano spazio oggi abitazioni di lusso, servizi di alto livello, parchi verdeggianti, grattacieli moderni ed innovativi. Il tutto è stato realizzato da architetti di fama internazionale, come Zaha Hadid, Daniel Libeskind e Arata Isozaki, che hanno permesso di dare vita ad una riqualificazione urbana semplicemente incredibile. Si tratta di un quartiere completamente pedonale; un quartiere nuovo che non ha ovviamente monumenti, musei, chiese ed edifici storici da offrire ai visitatori, ma questo non significa che non valga la pena visitarlo. Visitare CityLife Milano è un’esperienza incredibile, che permette di andare alla scoperta dell’architettura contemporanea, della sostenibilità ambientale, di come sia possibile dare vita a qualcosa di

meraviglioso sulle ceneri di un luogo obsoleto, vecchio, polveroso. 

Cuore pulsante di questo nuovo ed innovativo quartiere è senza dubbio Piazza Tre Torri, grande piazza pedonale da cui è possibile accedere direttamente al CityLife Shopping District all’interno del quale troviamo i più importanti negozi di City Life Milano. Non solo negozi, ma anche ristoranti, diverse sale cinema e un supermercato. La piazza prende il nome dai tre edifici del quartiere, soprannominati Lo Storto, Il Dritto e Il Curvo. I veri nomi di queste torri sono però Torre Hadid con un’altezza di 177 m, Torre Isozaki alta 209 m con sul tetto una riproduzione della Madonnina e Torre Libeskind alta 175 m e piegata su se stessi.   City Wave, un edificio a doppia onda è il vero e proprio portale di accesso per il quartiere. 

Per la pavimentazione esterna del CityLife Shopping District è stato impiegato il marmo di Aurisina. (Cit. Dipartimento di Ingegneria e Architettura Università di Trieste – Materiali Naturali – Nicola Scuor)

https://www.elle.com/it/lifestyle/viaggi/a40307098/city-life-milano-storia/






 

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