domenica 28 aprile 2024
LA PIETRA NEL MONDO (ITALIANO)
LA PIETRA NEL MONDO
BUDAPEST TEATRO DELL'OPERA
Il Teatro
dell'Opera di Budapest è, senza dubbio, uno dei più bei palazzi
neorinascimentali dell'intera Europa. La sua costruzione fu commissionata da
Franz Joseph, Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria e re dell'Ungheria, e fu
realizzata, in stile neorinascimentale, da Miklós Ybl, uno dei più importanti
architetti europei attivi nella seconda metà del XIX secolo.Il Teatro dell'Opera fu aperto al pubblico
nel 1884, periodo in cui Budapest condivideva con Vienna le funzioni
amministrative dell'Impero austro-ungarico, e divenne presto una delle più
celebri strutture adibite alla musica del vecchio continente, grazie anche alla
sua ottima acustica che lo colloca al terzo posto tra quelle di teatri europei
confrontabili, dopo la Scala di Milano e l'Opera di Parigi.
Sono molti gli artisti famosi che si esibirono in questo edificio, tra i quali
Gustav Mahler, che ne fu pure il direttore per ben tre stagioni. La stagione
lirica dura oggi nove mesi, da settembre a giugno.Anche se non si ha la voglia
o il tempo di partecipare alla messa in scena di un'opera o di uno spettacolo
del Balletto Nazionale Ungherese come tanti se ne tengono qui, quindi, vale
certamente la pena visitare il teatro anche solo per ammirare la sua magnifica
architettura, sia all'esterno che all'interno. Magnifiche colonne di marmo e
splendidi soffitti a volta dorati conferiscono alla struttura un temperamento
regale senza eguali. Un gigantesco lampadario in bronzo e vari affreschi
raffiguranti scene della mitologia greca impreziosiscono l'ambiente interno
lasciando a bocca aperta.
Il teatro ha una caratteristica forma a ferro di cavallo e, di fronte ad esso,
fanno bella mostra di sé la statua di Ferenc Erkel, celebre compositore
dell'inno nazionale dell'Ungheria e primo direttore musicale dell'Opera, e la
statua di Ferenc Liszt, celebre compositore ungherese.
PARIGI LA DEFENSE
La Défense è un
enorme quartiere finanziario,
tra i più grandi d'Europa, paragonabile soltanto alla City di Londra. Si trova nella parte occidentale della città, appena
al di fuori del Boulevard Périphérique, la tangenziale che circonda Parigi e
delimita i confini tra città e comuni dell’hinterland. Completamente in
contrasto con lo stile architettonico parigino, il quartiere mostra l'identità
più moderna e innovativa della città. Si estende su parte dei comuni di Nanterre, Courbevoie e Puteaux, ed
è collegato tramite una moderna rete di strade, metro ed infrastrutture al
resto della città.
La
sua costruzione iniziò nel 1958 in una zona in cui vi erano solo un gruppo di
fattorie e piccole fabbriche. Concepito inizialmente come distretto
commerciale, con il passare del tempo è divenuto il simbolo dell'architettura
moderna. È caratterizzato dalla presenza di altissimi ed imponenti grattacieli in vetro e acciaio, il più alto dei quali è il Tour
First, l'edificio più alto della Francia e tra i venti più alti
d'Europa. Eretta nel 1974 con un'altezza allora di 159 metri, la torre dal 2007
al 2011 è stata completamente rinnovata raggiungendo gli odierni 225 metri.
La zona prende il nome dalla statua "La Défense de
Paris" realizzata da Louis-Ernest Barrias nel 1883 per
commemorare i soldati che avevano difeso Parigi durante la guerra franco
prussiana. Il monumento simbolo del quartiere è il "Grande Arche de la Fraternité",
la versione moderna dell’Arco di Trionfo. Si tratta di una straordinaria
struttura a forma di cubo, alta 110 metri e larga 108 metri, svuotata al centro
e ricoperta di vetro e marmo bianco di Carrara. L'Arco è stato progettato
dall'architetto danese Johan Otto Von Spreckelsen ed è uno dei più grandi
capolavori dell’arte moderna.
https://www.parigi.it/quartiere-la-defense
METROPOLITANA
DI ATLANTA
La
metro venne proposta come mezzo di trasporto per le cinque contee originarie di
Atlanta dall'associazione MARTA che nacque nel 1965. Il processo per
assicurarsi fondi e supporto politico per creare MARTA durò più di 6 anni. I
lavori cominciarono nel 1975.
La
metro di Atlanta fu inaugurata il 30 Giugno 1979. I lavori costarono più di 790
milioni di dollari. La prima linea fu la linea Blu. La Rossa, Oro e Verde
vennero inaugurate rispettivamente nel 1996, 1981 e 1992.
Alcune
stazioni nel piano originali furono scartate. Tra le altre che non sono state
costruite ricordiamo quelle delle regioni di Hopeville, West Highlands, North
Druid Hills, Emory University.
https://mapa-metro.com/it/stati-uniti/atlanta-marta.htm#google_vignette
GRAZ
TEATRO DELL'OPERA
L'odierno
Teatro dell'Opera, costruito nel 1899 dai rinomati architetti Fellner e Helmer,
si chiamava Teatro Cittadino una volta, dove vi si svolgevano anche
rappresentazioni teatrali oltre a quelle musicali. Ecco il perché fu inaugurata
con il "Guglielmo Tell" di Schiller, il 16 settembre 1899.
Il consiglio comunale di
Graz espresse il desiderio di creare il teatro nello stile dell'artista barocco
Johann Bernhard Fischer von Erlach (nato a Graz, senza lasciare nessuna opera
di sé). La scelta cadde sulla famosa coppia di architetti viennesi Fellner e
Helmer, operosi in tutta Europa. Una bomba nella seconda guerra mondiale
significò la demolizione del colonnato, semplificando la struttura della
facciata. Fortunatamente l'interno è rimasto intatto: la magnifica scala ed i
palchi decorati con stucco dorato, i dipinti barocchi del soffitto della
tribuna. Nella metà degli anni 80 Gunther Wawrik ebbe il delicato compito di
allargare il teatro. Da allora, un ponte di vetro collega il palco con il
magazzino delle quinte.
l compositore Robert Stolz
(già direttore d'orchestra a soli 20 anni) e il direttore d'orchestra Karl Böhm
sono solo alcuni dei nomi pregiati di grandi musicisti che operarono in questo
teatro. Entrambi nati a Graz.
Che Graz sia una città
modello del ben riuscito gioco vecchio e nuovo lo dimostra la scultura accanto
"Spada di Luce".
Tutto cominciò nel 1992
nell'ambito del festival "Autunno Stiriano". Per celebrare i 500 anni
della scoperta dell'America nel Teatro dell'Opera di Graz, venne messo in scena
il romanzo di Haubenstock-Ramatis "Amerika". L'artista di Graz
Hartmut Skerbisch s'ispirò al libretto che si rifà a sua volta ad un testo di
Franz Kafka, nel quale è citata una "statua della libertà" con spada
e mappamondo. I 54 m d'altezza equivalgono all'originale di New York. Un
dettaglio simpatico: anche il Teatro della Gioventù poco lontano, a fianco
della "Statue of Liberty" si chiama Next Liberty.
https://www.graztourismus.at/it/attrazioni-e-cultura/luoghi-di-interesse/opera_shg_1472
LA PIETRA IN ITALIA (IN INGLESE) THE STONE IN ITALY (IN ENGLISH)
The MAUSOLEUM OF THEODORIC is the most important burial monument built by the Ostrogoths in Italy, UNESCO World Heritage Monument since 1996.
Built as his own burial place by Theodoric in 520 AD, the mausoleum shows the masterful use of eastern influences and of the Roman traditional building technique, typical of some other mausoleums.
The use of mixed techniques gave life to a monument that became a crossroads between the Roman people and the Gothic “invaders”.
The monument was entirely built with blocks of Aurisina marble stone through a dry laying process. It features a central plan and is divided into two decagonal superimposed orders.
On the top of the mausoleum lies a large monolithic dome of remarkable dimensions, with no equals in all the antique and modern architectural heritage (10.76 m in diameter and 3.09 m in height), crowned by twelve curved handles with the names of eight Apostles and four Eavngelists.
According to recent calculations, it weighs about 290 tons and, still today, scholars have advanced a number of hypotheses concerning the transport of the monolith and the technique employed for its placement.
Someone believes that the handles were specifically built for the monolith’s transportation and positioning, and that it must have been a quite difficult task, as suggested by the big crack on the dome.
According to a legend, a divine lighting split open the mausoleum’s dome, and, hitting Theodoric who was sitting inside, killed him as punishment for his crimes.
The lower floor develops in a series of niches inserted in the nine walls, while the tenth one is on the entrance door.
The lower cell, with a cross plan and a cross vault, was probably a chapel, a worship and funerary place for Theodoric and his family.
The upper floor, however, has a central plan with a porphyry basin at its centre. According to tradition, the remains of Theodoric laid in that very basin.
No evidence suggests there was an inner staircase leading to the upper floor; this proves the second theory right, i.e. that since the construction, the mausoleum has always had a burial purpose.
Theodoric’s remains must have been preserved here, but were moved and lost after Justinian’s decree, in 561 AD, when the mausoleum was turned into an oratory and consecrated to the Orthodox worship.
LA PIETRA IN ITALIA (ITALIANO)
LA
PIETRA IN ITALIA
LA PIETRA IN ITALIA (ITALIANO)
VENEZIA
pannello n. 1 (rif. quello con la
Basilica della Salute)
La pietra d’Istria è stata portata a Venezia nella seconda
metà del XIII secolo e ha sostituito in breve tempo la pietra di
Aurisina, i marmi veronesi e orientali.
Tra il 1267 e il 1335, con l’annessione alla
Repubblica di Venezia della maggior parte dell’Istria occidentale e
meridionale, è iniziato lo sfruttamento delle
cave di Rovigno e Brioni dov’erano stati scoperti i primi bacini
lapidei.
Le cittadine lungo la costa, soprattutto quelle vicine ai porti, hanno iniziato
a sviluppare un intenso commercio di pietra: i blocchi venivano trasportati al
porto, poi caricati sui vascelli, per raggiungere Trieste, Venezia e
Ravenna. Accanto ai pescatori, ai marinai e
agli agricoltori sono così comparse le figure dei commercianti, degli artigiani e dei tagliapietre
che hanno ricavato consistenti guadagni. Ad esempio, la famiglia rovignese dei
Tagliapietra, una delle più illustri nel consiglio cittadino, si è trasferita a
Venezia dove, per meriti nelle costruzioni e per la ricchezza, è stata
innalzata al rango della nobiltà veneziana.
Nell’Arsenale, legato al periodo più florido della Serenissima, si costruivano
anche le navi destinate al trasporto di pietre e marmi, dette galee.
L’importazione della pietra d’Istria è stata
intensiva soprattutto fino alla caduta della Repubblica di Venezia,
avvenuta alla fine del XVIII secolo. È stata utilizzata per costruire grandiose opere in tutti i territori occupati dalla Serenissima.
Le prime opere in pietra d’Istria, a Venezia, erano semplici
blocchi di roccia squadrati, detti “conci”, posizionati in uno
o più strati per costruire:
•
il basamento dei muri maestri e perimetrali
• le fondamente: marciapiedi lungo i canali con gli scalini per gli
attracchi delle barche
•
le banchine e le dighe foranee per proteggere la città dall’alta
marea e dal mare in burrasca
Come
testimoniamo i residui di colore che hanno resistito all’acqua, in epoca antica
la pietra d’Istria veniva anche colorata e dipinta. In seguito, i veneziani hanno usato, soprattutto
per le facciate esterne, un abbinamento
sfarzoso della pietra con marmi pregiati conciliando lo stile romanico con
quello bizantino. Dal XIII secolo è
stata la pietra più usata, in particolare nella scultura gotica. Tra il 1400 e il 1500 si è raggiunto l’apice con
la realizzazione di opere e rivestimenti esterni in pietra selezionata. I
palazzi più ricchi e prestigiosi venivano ornati anche con brecce e marmi
colorati. Nel Cinquecento si è diffusa l’arte
dei “terrazzi alla veneziana” con cui venivano realizzate
prestigiose pavimentazioni, utilizzando pezzi
grossi di pietra d’Istria frantumata mescolati assieme a una malta cementizia.
I frammenti di pietra finemente sminuzzati venivano invece cotti nelle antiche
fornaci per produrre la calce.
Dalla fine del Cinquecento, gli edifici vengono costruiti con rivestimenti
esterni in pietra bianca e interni policromatici. All’inizio dell’epoca Barocca, si è diffuso l’uso della
pietra d’Istria come anima da rivestire con i marmi pregiati rossi e verdi
importati dalla Francia e dalle Fiandre.
https://www.arte2000.it/blog/la-pietra-istria-segna-la-storia-la-bellezza-venezia/
Venezia è una città
pressoché tutta artificiale, costruita su “barene”, consolidate con
palificazioni complesse, su cui sono stati innalzati muri con materiali che
sono spesso venuti da lontano, via mare, e sono stati trasportati in Laguna nel
corso della sua millenaria storia. La prima pietra usata per fondazioni e i
più antichi alzati di Venezia è stata l’arenaria proveniente da spogli di
edifici della Altino romana, in particolare dalle mura che si sviluppavano per
circa tre chilometri in superficie. È una pietra ora poco visibile in città,
ma che calpestiamo quando attraversiamo il ponte di Rialto, e proveniva da
formazioni arenacee di età miocenica che affiorano nelle Prealpi orientali del
trevigiano.
Un’altra pietra usata
nell’Alto Medioevo veneziano, anch’essa da Altino, ma forse anche di cavatura
primaria, è la pietra di Aurisina;
le cave sono sfruttate ancora oggi: si tratta di un calcare compatto,
fossilifero, molto impiegato nell’antichità romana in tutta la parte
centro-orientale della pianura padana, a ovest fino a Milano, e a sud lungo la
costa adriatica fino a Fano e nelle città romane dell’altra parte
dell’Adriatico, da Capodistria a Zara.
La pietra d'Aurisina viene
utilizzata regolarmente a Venezia fino al Medioevo, sostituita poi dalla pietra d'Istria.
https://archeove.com/wp-content/uploads/2020/04/AVpietre20.pdf
MAUSOLEO DI TEODORICO
Il Mausoleo di Teodorico è la più celebre e importante costruzione funeraria realizzata dagli Ostrogoti in Italia, inserita dall’Unesco nella lista dei siti italiani Patrimonio dell’Umanità.
Fatto
costruire per volontà di Teodorico come propria sepoltura attorno al 520 d.C., il
monumento mescola sapientemente ad alcune influenze orientali la tradizione
costruttiva romana, soprattutto di alcuni mausolei, dando vita un monumento
crocevia tra l’antico popolo romano e quello dei goti “invasori”.
Interamente realizzato in
blocchi di pietra d’Aurisina messi in posa a secco,
l’edificio si sviluppa su pianta centrale, articolandosi in due ordini
sovrapposti, entrambi decagonali.
A ricoprire
tutto una grande cupola monolitica dalle misure sorprendenti,
senza eguali nel patrimonio architettonico antico e moderno (10,76 m di
diametro e 3,09 m di altezza), coronata da dodici anse con le iscrizioni dei
nomi di otto Apostoli e quattro Evangelisti.
Secondo calcoli più
recenti, il peso raggiungerebbe le 290
tonnellate e, ancora oggi, le ipotesi degli studiosi circa il
trasporto del monolite e la tecnica usata per la sua posa sono molteplici.
Si presume però che le anse
fossero funzionali alle operazioni di trasporto, sollevamento e posizionamento
del monolite che comunque non dovette risultare facile come testimonierebbe la
grande fenditura presente sulla cupola.
Secondo una leggenda
popolare, la cupola sarebbe stata invece squarciata dalla folgore divina che,
abbattendosi su Teodorico seduto all’interno, lo avrebbe ucciso come punizione
per i suoi delitti.
Il piano inferiore si
articola in una serie di nicchie su nove lati, mentre nel decimo si trova la
porta d’ingresso.
È
probabile che la cella inferiore, a pianta a croce greca e
copertura voltata a crociera, fosse destinata a
luogo di culto o a tomba per i membri della famiglia di Teodorico.
L’aula superiore è, invece,
a pianta centrale con al centro una vasca in porfido nella quale, secondo la
tradizione, fu posta la salma di Teodorico.
Non è mai stata trovata
traccia di una scala d’accesso al piano superiore, il che depone a favore della
teoria secondo cui la cella avrebbe avuto, fin dalla costruzione del monumento,
una destinazione esclusivamente funeraria.
Le
spoglie di Teodorico, qui probabilmente custodite, furono rimosse e disperse durante il dominio bizantino quando,
a seguito dell’editto di Giustiniano del 561 d.C., il mausoleo fu trasformato
in oratorio e consacrato al culto ortodosso.
https://www.turismo.ra.it/cultura-e-storia/monumenti-unesco/mausoleo-di-teodorico
MILANO
STAZIONE CENTRALE
Monumentale
opera di Ulisse Stacchini (Epoca di costruzione 1930-1931) e principale
stazione ferroviaria del capoluogo lombardo, seconda in Italia per flusso di
passeggeri dopo Roma Termini, nonché una delle principali d'Europa.
Il vasto complesso, rivestito in pietra d'Aurisina, presenta un corpo
frontale e due fianchi paralleli ai binari.
La facciata, in uno stile fra il tardo-eclettismo assiro-babilonese e il
liberty, presenta e due ali laterali aperte da numerosi passaggi e un avancorpo
centrale, aperto sulla piazza da tre ampi varchi e ornato in alto da due
cavalli alati, che rappresentano il "Progresso, guidato dalla volontà e
dalla intelligenza" opere di Armando Violi.
Dietro alla facciata, larga 207 m e alta 50, corre la "Galleria delle
Carrozze", appesantita da una sovraccarica ornamentazione comprendente i
medaglioni di Giannino Castiglioni, che fa da vestibolo al vasto salone delle
biglietterie, immenso spazio a tutt'altezza illuminato da velari e decorato da
gruppi scultorei di Alberto Bazzoni
Monumentali scalinate e scale mobili permettono di accedere alla galleria di
testa, decorata da pannelli in ceramica di Basilio Cascella, dalla quale si
passa ai 21 binari.
La tettoia che copre i binari, composta da cinque volte in ferro e vetro, è
lunga 341 m con un'area di 66.500 mq. La tettoia centrale ha un luce di 72 m ed
è alta 33 m, mentre le laterali hanno una luce di 45 m e 22 m di altezza,
affiancate a loro volta da tettoie minori la cui luce varia dai 12 m nella
parte fiancheggiata dai corpi laterali ai 22 m in quella esterna.
La stazione non ha uno stile architettonico definito, ma è una miscela di
diversi stili, Neoclassico, Liberty e Art Deco, uniti alla monumentalità
dell'architettura fascista, riscontrabile in particolare nei grandi ambienti
pubblici (galleria di testa, biglietteria centrale e Galleria delle Carrozze).
In un'epoca in cui il "gigantismo" architettonico era diffuso in
molti paesi, la stazione risente di molte influenze, dalla scuola wagneriana
viennese (evidente nelle facciate laterali), al Deco di stampo anglosassone,
alle forme "termali" del salone centrale delle stazioni
nordamericane.
A dispetto dell'apparente monumentalità, l'apparto decorativo è realizzato con
economia di mezzi, con le parti superiori delle pareti in cemento decorativo
che imita il marmo delle parti inferiori, le grandi volte non strutturali ma
appese e gli elementi decorativi in gesso (fregi e pannelli) o cemento (statue,
ecc.).
Di fronte al binario 21 si trova il padiglione Reale, sala d'attesa della
famiglia Savoia in stile classicheggiante, divisa in sala reale e sala delle
armi.
Sotto la stazione, a piano strada in corrispondenza del binario 21, si trova il
Memoriale della Shoah, area museale nata con lo scopo di realizzare un luogo di
memoria e per centinaia di deportati ebrei e politici che da qui venivano
avviati ai lager.
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00382/
Milano CityLife Shopping
District è un moderno ed innovativo quartiere che nasce dalla riconversione del Portello, ex area fieristica milanese.
Laddove un tempo sorgevano capannoni, trovano spazio oggi abitazioni di lusso, servizi di alto livello, parchi
verdeggianti, grattacieli moderni ed innovativi. Il tutto è stato
realizzato da architetti di fama internazionale, come Zaha Hadid, Daniel Libeskind e Arata Isozaki, che
hanno permesso di dare vita ad una riqualificazione
urbana semplicemente incredibile. Si tratta di un quartiere completamente pedonale; un quartiere nuovo che non ha ovviamente
monumenti, musei, chiese ed edifici storici da offrire ai visitatori, ma questo
non significa che non valga la pena visitarlo. Visitare CityLife Milano è
un’esperienza incredibile, che permette di andare alla scoperta dell’architettura contemporanea, della sostenibilità ambientale, di come sia possibile
dare vita a qualcosa di
meraviglioso sulle ceneri di
un luogo obsoleto, vecchio, polveroso.
Cuore pulsante di questo
nuovo ed innovativo quartiere è senza dubbio Piazza
Tre Torri, grande piazza pedonale da
cui è possibile accedere direttamente al CityLife Shopping District all’interno
del quale troviamo i più importanti negozi di
City Life Milano. Non solo negozi, ma anche ristoranti, diverse sale cinema e un supermercato.
La piazza prende il nome dai tre edifici del quartiere, soprannominati Lo Storto, Il Dritto e Il Curvo. I veri nomi di
queste torri sono però Torre Hadid con
un’altezza di 177 m, Torre Isozaki alta
209 m con sul tetto una riproduzione della Madonnina e Torre Libeskind alta 175 m e piegata su se
stessi. City Wave, un edificio a doppia onda è il vero
e proprio portale di accesso per il quartiere.
Per la pavimentazione
esterna del CityLife Shopping District è stato impiegato il marmo di Aurisina.
(Cit. Dipartimento di Ingegneria e Architettura Università di Trieste –
Materiali Naturali – Nicola Scuor)
https://www.elle.com/it/lifestyle/viaggi/a40307098/city-life-milano-storia/
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